lunedì 18 agosto 2008

RAFA: L'ORO DEL NUMERO 1


Il sorpasso in realtà era avvenuto da tempo. Da quella sera del 6 luglio, ormai un mese e mezzo fa, quando lui, Rafael Nadal, era diventato, un po' a sorpresa, un po' per forza, il re di Wimbledon. Ma per la salita al trono, per la conquista ufficiale del titolo di numero 1, il ragazzo timido di Manacor ha aspettato l'evento principe dello sport. Le Olimpiadi. La medaglia d'oro. La consacrazione planetaria. Era stanco, Rafa, una volta arrivato a Pechino, e lo ammetteva. Ci avrebbe provato ad arrivare a quel podio, ma il jet-lag lo buttava giù. E poi c'era il cemento. Troppo duro per le sue ginocchia, per i suoi scatti felini, per il suo tennis "a molla". E quei tre/quattro mesi che precedevano i Giochi, quei mesi fatti di sogni realizzati ma anche di incubi mai superati. Mesi di vittorie a catena, mesi di trofei da titoloni sui giornali, ma anche di tornei senza sosta, di calendari che non davano tregua. Prima la terra con i suoi quattro successi, poi l'erba, e poi il trionfo che arriva anche sul cemento di Toronto. Ma dopo il Canada, sul veloce di Cincinnati, una sconfitta che suona quasi come un presagio: niente finale, una semi che si chiude in due set facili facili, Rafa che torna a casa in anticipo per mano di Novak Djokovic. E ancora lui, Nole, che a Pechino avanza fino a ritrovarsi in semi contro di lui. La medaglia spagnola potrebbe volatilizzarsi. Non è di Roger Federer, che tanto l'aveva desiderata, già da 24 ore. A spezzare il sogno dell'elvetico era stato l'americano James Blake, per la prima volta suo giustiziere dopo otto sconfitte. Il presagio di sconfitta di Cincinnati potrebbe realizzarsi qui, nella città diventata la capitale mondiale dello sport, che sembra quasi voler detronizzare i due re del tennis. Nole, dopo aver perso un primo set contro Rafa, si scatena e vince un secondo set perfetto per 6-1. Il nuovo re del tennis andrà a casa con il bronzo? Le ginocchia cominciano a cedere sul duro di Pechino? Le ombre di Cincinnati si allungano fino alla Grande Muraglia? La paura è grande. Ma quel 6-1, duro come una frustata, riaccende in Rafa la voglia di vincere. La determinazione che non sconfina mai nella presunzione. La corona che sta per scendere sul capo di Nadal allontana anche i cattivi presagi. E così, per Djokovic la sorte è segnata. L'ultimo ostacolo sul cammino verso l'oro si chiama Mano de Piedra, Fernando Gonzalez. Uno che ha avuto tempi migliori, forse. Ma che ha saputo essere l'unico a battere l'ultimo Super Federer, quello del Masters di Shanghai. Che fino a domenica con lo spagnolo aveva un bilancio di scontri diretti in perfetta parità (3-3). Uno che è noto per non mollare mai. E infatti non molla. Rischia di portarsi a casa il secondo set. Ma anche lui non ce la fa. La magia è tutta spagnola. Il Trionfo tutto per Rafa. Vincono la passione, il cuore, la generosità. Ma soprattutto vince il tennis. Che oggi si chiama solo Rafael Nadal.

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