domenica 23 novembre 2008

Verdasco il magnifico stende l'Argentina: la Davis è spagnola


Ieri e venerdì era stato Lopez "el guapo" il protagonista dell'avanzata spagnola in terra argentina. Ma decisivo per la vittoria della Davis è stato Fernando Verdasco. Chi l'avrebbe mai detto? Senza Rafa, dopo un inizio disastroso del numero 1 Ferrer, maltrattato da Nalbandian nel match d'apertura. Su un terreno nemico degli spagnoli, studiato apposta per mettere in difficoltà il tipico gioco iberico. Tra un pubblico scatenato contro, che per tre giorni ha sostenuto con (troppo) calore Nalba e compagni. La Spagna ha vinto. Nonostante tutto. E porta a Madrid la sua terza Coppa Davis della storia. Non è stata una grandissima partita, quella della vittoria tra le due riserve. Da una parte c'era Fernando Verdasco, 16 Atp, preferito da Sanchez a uno spento Ferrer, sempre più ombra del semifinalista a Flushing Meadows 2007 e finalista al Masters 2007. Dall'altra parte José Acasuso, a sostituire quello che doveva essere l'eroe della vittoria biancoceleste, Juan Martin del Potro, la promessa realizzata dell'Argentina, riuscito ad approdare al Masters di Shanghai a soli 20 anni. Ma che qui a Mar del Plata è affondato miseramente prima sotto i colpi del mitico Feliciano, poi definitivamente sconfitto dall'infortunio muscolare che l'ha messo fuori gioco. Così in campo è scesa la sua riserva contro un'altra riserva, per la partita che si è rivelata quella decisiva. Cinque set combattutissimi, tre ore e 56 minuti di gioco, conditi da break e contro-break, cadute e rimonte al cardiopalma: tutto questo in un confronto che tecnicamente si è però rivelato piuttosto modesto. Undici doppi falli, 2 di Acasuso e 9 di Verdasco, 47 errori gratuiti per l'argentino e 31 per lo spagnolo, danno la misura di un match di scarsa qualità. Ma che entrerà ugualmente nella storia del tennis.

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