venerdì 26 dicembre 2008

Roger Federer 2008 tra lacrime e tanta voglia di riscatto


Era diventato numero 1 del mondo il 2 febbraio 2004. Il suo regno è finito il 18 agosto 2008. Ma quest'ultimo anno per lui, il re della racchetta per 237 settimane consecutive, prometteva tempesta fin dall'inizio. Dopo la pausa di fine stagione Roger Federer era arrivato, senza ancora aver disputato nessun torneo, direttamente all'appuntamento dello Slam australiano, a Melbourne, il 14 gennaio. Ed erano subito dolori per quello che era ancora l'indiscutibile numero 1 del tennis. Dopo aver rischiato seriamente al terzo turno di tornarsene a casa, messo in grande difficoltà dallo spesso imprevedibile Tipsarevic (l'incontro fu vinto dallo svizzero per 6-7 7-6 5-7 6-1 10-8), sembrava aver ritrovato la sua autorità contro i successivi avversari, Berdych e Blake. Ma in semifinale a sbarrargli la strada fu uno splendido Djokovic, che proprio a Melbourne vinse il suo finora unico Slam. Dopo cinque anni di grandi successi, questa era la prima avvisaglia dell'aprirsi di un periodo molto più avaro di trionfi rispetto agli standard del campione elvetico. Era l'inizio della decadenza di una stella. Solo l'anno prima Roger di Slam se n'era aggiudicati ben tre: gli Australian Open, Wimbledon e Flushing Meadows. Gli era sfuggito soltanto il solito Roland Garros, ormai da anni terra di conquista del rivale spagnolo Rafa Nadal. Sembrava però che quella scivolata in semifinale contro il serbo fosse solo un incidente di percorso, motivato anche da quella mononucleosi di cui il campione svizzero avrebbe parlato apertamente qualche settimana più tardi. Ma l'impegno successivo a Dubai accresceva i timori: Roger vieniva eliminato, al primo turno, da Andy Murray, poi fuori ai quarti per mano di Davydenko (insomma, allora forse non era ancora il Murray di fine anno...). La caduta continuava a Indian Wells. Un tabellone da passeggiata sembrava dover accompagnare Roger in tutta tranquillità al titolo. Primo turno con Garcia-Lopez, secondo con Mahut, terzo con il redivivo Ljubicic, quarti contro un Haas che dava forfait. E ancora, che rischi poteva correre, in semifinale, un Roger Federer contro un semisconosciuto Fish, 98 del ranking? Nessuno. E invece in finale arrivò l'americano del Minnesota, che distrusse lo svizzero per 6-3 6-2. La crisi veniva poi confermata a Miami, dove un incredulo Andy Roddick riusciva finalmente, per la seconda volta in carriera (ma la prima vittoria risaliva a tempi molto lontani, il 2003 al Masters Series in Canada), a eliminare l'incubo Roger, suo giustiziere pochi mesi prima, nella Grande Mela agli Us Open. Crisi conclamata, dunque. Momentaneamente interrotta però dal successo sulla terra rossa dell'Estoril. A questo punto infatti Roger sembra quasi tornare in sè. La terra, si sa, non è il suo forte. E nella stagione del rosso conquista, oltre al titolo in Portogallo, le tre finali di Monte-Carlo, Amburgo e Parigi. Unico passo falso, a Roma, fuori contro Stepanek. Il mancino spagnolo non gli lascia scampo in nessuno dei tre match, ma anche questo rientra nella norma. Il re della terra rossa ferma la corsa del re del mondo. Ma succede nei territori che egli domina ormai dal 2005. Da parte sua Federer, proprio sul terreno che gli va meno a genio, tiene le posizioni del 2007, se escludiamo la scivolata di Amburgo, e Rafa si afferma dove iò suo dominio è già da tempo indiscusso. Arriverà la verde erba di Wimbledon... Ed è qui che la caduta si compie. Federer conquista il suo posto in finale senza cedere neanche un set. Ma nell'ultimo match, che vede scendere in campo i due più grandi, in quella sera del 6 luglio, in un confronto storico lungo quasi cinque ore, ecco la cerimonia di successione. Durante la premiazione alle luci della sera sull'erba dello storico stadio, quel trofeo consegnato a Nadal segna di fatto la fine del dominio dello svizzero. Solo tre settimane prima Federer si era aggiudicato il titolo sull'erba di Halle, in Germania, sì... battendo nell'ordine Berrer, Vacek, Baghdatis, Kiefer, Kohlschreiber. Mentre al Queen's andavano a disputarsi il titolo anticamera dello Slam londinese Nadal e Djokovic. Federer aveva preferito accontentarsi del suo (modesto) feudo tedesco, ma poi la sua cavalcata a Wimbledon si era dovuta interrompere di fronte allo strapotere iberico. Il numero 1, la corona di re del tennis, era di fatto persa, anche se il computer sancì il passaggio di consegne solo il 18 agosto, dopo un oro olimpico di singolo per Nadal e uno di doppio per la coppia Federer-Wawrinka. Nel finale di stagione, però, Roger si riscatta sul cemento di Flushing Meadows annientando la voglia di vincere di Andy Murray. Lo Slam 2008 è arrivato anche per lui. Niente titolo del Masters a fine stagione: a Shanghai il re è Djokovic. E Murray si prende la rivincita su Roger in una sfida memorabile che sbarra all'elvetico la porta della semifinale. Adesso si ricomincia. Federer tornerà grande nel 2009?

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2 Commenti:

Blogger Rolling ha detto...

Credo ci sia un errore, la finale US Open 2008 è stata Federer - Murray (non Djokovic)
Murray arrivò in finale dopo aver battuto Nadal

28 dicembre 2008 alle ore 11:34  
Blogger Isa ha detto...

Grazie Davide...

29 dicembre 2008 alle ore 08:49  

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