martedì 3 febbraio 2009

Primo Slam sul cemento:
ma dove arriverà Rafa?


Il primo Slam sul cemento. Una conquista speciale perfino per lui, Rafael Nadal, che ha avuto parole entusiastiche dopo la sofferta vittoria in cinque set contro Roger Federer. "E' un sogno vincere qui", ha detto, "un titolo del Grande Slam sul veloce. Ho lavorato tanto lo scorso.... per tutta la mia vita per migliorare il mio tennis anche sui campi non in terra. Sono molto, molto felice. Molto felice per il titolo. Oggi ho provato tante, tante emozioni sul campo. Ero là fuori con il miglior giocatore che io abbia mai visto, che è Roger. Mio zio mi ha sempre detto che Rod Laver è stato il migliore perchè lui ha vinto due volte il Grande Slam, quello con i quattro titoli tutti di seguito, in un solo anno solare. Oggi è stato tutto molto speciale. Mi dispiace che sia stata così dura per Roger. So quanto difficile deve essere per lui trovarsi in una situazione come quella di oggi. Ma lui resta un grande campione. Lui è il migliore. Ed è sicuramente una persona molto importante per il nostro sport, no? Mi dispiace per lui, ma nello stesso tempo voglio congratularmi con lui per tutto quanto, per tutti i suoi successi". Sul trattamento richiesto da lui nel terzo set dal fisioterapista, spiega: "Avevo finito il match con Verdasco sentendo molto duri i muscoli della gamba destra. Nel terzo set ho cominciato a spingere, no? Non sentivo crampi, ma sentivo un po' di fastidio. Non avevo voluto utilizzare tutti i tre minuti a mia disposizione perchè pensavo che se il match fosse stato lungo avrei potuto usare i tre minuti più tardi. Voglio sempre essere sicuro di avere il tempo necessario da utilizzare più avanti se ne ho bisogno. Anche solo per mettere della crema, per avere la possibilità di rilassarmi un po'. Tutto qua". Sul secondo servizio più morbido del solito, dice però che il dolore non c'entrava. "Forse ho cercato di abbassare un po' la velocità sulla seconda. Ma perchè se Roger tocca la palla con il dritto, la sua risposta sul mio secondo servizio mi uccide. Così ho provato a mettergli la palla sul rovescio e lì ho un po' meno controllo, quindi meno velocità". La domanda è d'obbligo: Roger battuto ancora una volta, il record di Sampras tanto inseguito dallo svizzero che si volatilizza, un giovanissimo Rafa al sesto Slam. Quanto lontano può andare Nadal? "Adesso ho sei Slam, no? E sono felice di questi sei titoli. Di sicuro continuerò a fare tutto il possibile per migliorare ogni giorno il mio tennis e per continuare a vincere match e titoli. Ma so che tutto questo è molto difficile. Ogni titolo, io so bene quanto duro sia vincerlo. Non so se vincerò ancora, ma di sicuro continuerò a provarci. In ogni caso, nel momento in cui ho vinto il mio primo titolo non sapevo se avrei vinto ancora. Non sai mai quando finirà. Così devi sempre essere prudente e umile per andare avanti". Cosa ha fatto la differenza alla fine del match? E' stata più una battaglia fisica o mentale? "Non so. Penso che lui abbia fatto più errori di me nel quinto. Ero più solido di Roger nel quinto set. Per questo ho vinto il match. Nel game in cui ho avuto il mio primo break, lui ha fatto un errore importante, con il rovescio sul break-point. Quel momento è stato importante per me". Hai salvato 13 match-point. Federer a questo riguardo ha detto che gli piacerebbe essere un mancino. Tu pensi che sia un vantaggio davvero? Hai mai desiderato essere destro? "No, sono felice così, no (sorridendo)? Così è okay. Quanto al fatto di essere mancino, dipende dall'avversario. Penso che per giocare contro Roger sia un po' più facile se tu sei mancino, perchè se sei destro è più dura giocare contro il suo dritto". E sul significato di questa vittoria, Rafa dice ancora: "Ogni titolo è importante per la mia carriera. E anche questo lo è, tantissimo. Ma non sono un uomo migliore di quello che ero cinque ore fa adesso, dopo aver vinto gli Australian Open, no? Questa è la verità, no? Quando vinci un match importante, devi sapere prima del match chi sei tu e dopo il match allo stesso modo, devi sapere chi sei. Sei sempre lo stesso, no?"

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